
1 Aprile 2020
Umiliò se stesso
«Umiliò se stesso» (Fil 2,8)
[questo testo è stato redatto prima dell’emergenza covid-19]
Ci stiamo avvicinando a larghi passi verso la Quaresima: in questo inizio di anno così faticoso, tra coronavirus, crisi economica, litigi tra popoli, problemi climatici… ecco la Chiesa, che chiede di fermarsi a pensare, ad aumentare la preghiera, a tornare all’essenziale, a vivere digiuno e conversione.
Non è fuori moda? Non è capace di vivere la fatica dei tempi? Non è un estraniarsi dai veri problemi della vita quotidiana e civile, per rifugiarsi in un cammino illusorio, in uno spiritualismo avulso dalla concretezza della vita?
E poi, quel “fioretto” quaresimale quanto incide nella vita? Quella preghierina in più trasforma forse il corso degli eventi? E quell’euro che si dà in carità, cambia la vita dei fratelli bisognosi?
Domande lecite, se le si guarda con gli occhiali della mediocrità. Ma appena ci si eleva con uno sguardo più ampio, ci si accorge che la quotidianità non è il tutto della nostra vita: c’è un di più! È la ricerca di senso, che per noi cristiani ha un nome, anzi un volto: Gesù. Allora il tempo di Quaresima può diventare quell’aliante che ci aiuta a cogliere questo essenziale: l’invito a tenere fisso lo sguardo su Gesù, sul mistero della sua Pasqua, per conformarci sempre più a lui, diventa la chiave di volta per rileggere e vivere il quotidiano.
Il nostro Arcivescovo nel suo messaggio per la Quaresima, riprendendo le parole della Lettera ai Filippesi di san Paolo ci invita a «dedicarci alla nostra salvezza con rispetto e timore», avendo in noi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, il quale «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce» (Fil 2,8).
Ci invita a conoscere la nostra fede, attraverso la spiegazione del Credo, «a confrontarci con serietà sulle esigenze della carità, per condividere il provare compassione di Gesù davanti alla folla smarrita, ai malati e agli esclusi, ai lutti troppo ingiusti e troppo dolorosi».
«È doveroso che nella comunità cristiana si promuovano occasioni di confronto per approfondire i temi della dottrina sociale della Chiesa, per orientare l’impegno in ambito sociale e politico».
«La Quaresima invita alla pratica del digiuno in alcuni giorni e più in generale a rivedere lo stile di vita nella prospettiva della carità e della solidarietà. La pratica del digiuno sembra quasi cancellata dalla sensibilità ordinaria del popolo cattolico occidentale: tanto che suscita interesse e ammirazione il rigore con cui praticano il digiuno i cattolici di rito orientale e i fedeli di altre confessioni e religioni. Più che l’ammirazione è opportuno disporsi con semplicità e intelligenza a raccogliere il ricco patrimonio della tradizione cristiana e a tradurre in scelte concrete l’insegnamento che la sapienza dei popoli e dei secoli ci propone».
Quale Quaresima, allora, offro alla nostra comunità cristiana (e non)?
Sul “Nodo” di ogni settimana ci sarà una riflessione sul Credo; gli Esercizi spirituali di inizio Quaresima toccheranno il tema della libertà, vero fondamento di ogni scelta sociale e politica.
Ci sarà anche uno spettacolo tratto dalla Leggenda del Santo Inquisitore, di Dostoevskij, mercoledì 4 marzo.
Ogni venerdì la meditazione e la preghiera della Via Crucis; in particolare, venerdì 6 marzo sera la Via Crucis zonale a Cairate, con la presenza del nostro Arcivescovo e venerdì 27 marzo, sempre la sera, nella nostra chiesa parrocchiale, la Veglia di preghiera decanale per i missionari martiri.
Ai ragazzi dell’Iniziazione Cristiana sono offerte le “domeniche insieme” e il gesto di carità della “Spesa so-Spesa”, un gesto nuovo per servire gli ultimi.
Ma i momenti più corali saranno la sera di giovedì 2 aprile e il pomeriggio del 5 aprile, Domenica delle Palme, con la rappresentazione dell’Ultima Cena e della Passione del Signore, nelle quali saranno coinvolti gli uomini, le donne e i ragazzi della nostra comunità: non semplicemente meditazione, ma immedesimazione attraverso i costumi e la partecipazione attiva allo spettacolo.
È un modo straordinario per “tenere fisso lo sguardo su Gesù”… Chissà se anche questa volta la superficialità e il “menefreghismo” prevarranno sulla voglia di vivere la comunità: se dovesse accadere il contrario, questa sì, sarebbe una bella conversione!
don Paolo